Dipingere richiede molta pratica; dipingere quadri con la tecnica ad olio, è più complesso. Una certa importanza è riposta nella diluizione dei colori; infatti, la modalità per dipingere, secondo gli schemi classici, avviene per strati di colore. Procedure diverse determinano differenti risultati nell’opera finita; in particolare, sono importanti la diluizione, la miscelazione olio-pigmento e la stesura dei colori.
L’applicazione degli strati di colore avviene sovrapponendo all’abbozzo” strati successivi, stesi con colore più o meno corposo. Questo modo di dipingere i quadri con la tecnica ad olio non è utilizzato nelle esecuzioni definite “alla prima”. A seconda del metodo scelto, il procedimento è definito con termini diversi, quali: velatura, mezzocorpo, grattage, frottage, glacis, ecc.
Così lavorando, il pittore osserva sempre la regola del “grasso su magro”, ovvero: gli strati dovranno essere sempre più ricchi d’olio quanto più ci si avvicina a quelli finali. Questa tecnica richiede tempi più o meno lunghi a seconda della quantità di passaggi, infatti la stesura di un nuovo strato richiede che quello inferiore sia asciutto. Altre tecniche prevedono invece la stesura su strati ancora non completamente asciutti.
Diluizione dei colori
La diluizione dei colori è ottenuta principalmente con trementine naturali (distillate da gemme di pino o fiori di lavanda), in maniera maggiore per gli strati più magri, con più olio per quelli più grassi. Nell’antichità spesso l’artista utilizzava un proprio legante (o ‘medium’), nella cui composizione oltre l’olio entravano resine quali il mastice, l’ambra, oppure altre sostanze come cera o litargirio. Oggi vengono utilizzati per la diluizione anche solventi quali acquaragia.
Modalità di stesura dei colori
La stesura avviene come in passato, con pennelli realizzati in setola animale (cinghiale, tasso, cammello, ecc.). Nel tempo oltre alla stesura classica, sono stati elaborati innumerevoli stili, dal punteggiato allo sfumato, a seconda delle differenti tendenze espressive dell’artista e del suo tempo.
Una brillantezza straordinaria
La tecnica a olio permette di ottenere notevole brillantezza del colore; per omogeneizzare la lucentezza dei dipinti, talvolta vengono verniciati con sostanze opacizzanti. La verniciatura finale è però data principalmente per proteggere i quadri.
Colori

Nell’antichità, il pittore realizzava da sé stesso i colori, lavorando la materia prima che doveva essere ridotta finemente in polvere, lavata dalle impurità ed infine macinata con l’olio. Per fare questo era necessario avere una grande esperienza e capacità per sceglierei pigmenti giusti; escludendo quelli che mostravano incompatibilità, per non pregiudicare i lavori come avvenne nei secoli passati a causa di alchimie mal riuscite.
I colori a olio contengono pigmenti polverizzati in prevalenza di origine minerale, ma non mancano colori ottenuti da terre, da sostanze vegetali (delicati e rapidamente deperibili; perciò, sebbene alcuni abbiano un notevole potere pigmentante, sono assai di rado utilizzati) o di origine animale. Alcuni di essi sono:
- Bianco: biossido di titanio, ossido di zinco, carbonato basico di piombo
- Bruno: ossido di ferro, solfato di ferro; appartengono a questa famiglia anche le cosiddette Terre di Siena
- Blu: ossido di cobalto
- Giallo: solfuro di cadmio, cromati di piombo
- Nero: carbone d’avorio (ossa calcinate), carbone di vite
- Rosso: solfuro mercurico o cinabro, solfuro di cadmio, ossido di ferro; cocciniglia
- Verde: ossido di rame, ossido di cromo
Tutti i colori sono soggetti a ossidazione atmosferica, ciò significa che essi tendono naturalmente a scurire nel tempo. Tale tendenza può essere rallentata o anche arrestata ponendo l’opera in una camera protettiva dotata di atmosfera controllata o inerte (assenza di ossidanti gassosi quali l’ossigeno e sostituzione con l’azoto). I colori a olio risentono anche di ampie e repentine escursioni termiche e, ovviamente, degli inquinanti ambientali.