Edvard Munch icona del Simbolismo, James Ensor e Gauguin con le loro ispirazioni figurative dense di significati, rientrano a pieno titolo in questa espressione artistica.
L’intellettualità nell’arte
Il simbolismo di Edvard Munch arriva da lontano. Sul finire dell’800 alcuni letterati quali Gide, Verlaine e Rimbaud, espressero il loro disappunto contro la mancanza di contenuti intellettuali nell’arte naturalistica e figurativa in generale. Nello stile impressionista e puntinista, che miravano ad acquisire la realtà in maniera oggettiva, sulla base di scoperte e progressi scientifici, i nuovi artisti non vedevano quella “profondità spirituale” che in astratto secondo il loro pensiero, un lavoro, un’opera d’arte doveva esprimere.
Idee già viste
Edvard Munch ed il Simbolismo, lo si vedeva già nei dipinti del preraffaellismo, come quelli dell’artista Arnold Böcklin sin dalla metà del XIX secolo; che oppose al naturalismo, l’idealismo, il quale assunse un connotato esemplare per i pittori simbolisti. Il simbolismo non divenne uno stile unico, definirlo in modo soddisfacente è oltremodo difficile.
Simbolismo – stile individualista
Gli artisti affrancati dalla pittura oggettiva, hanno dato forma ai sentimenti e stati d’animo personali, anche i più reconditi, quali paure, ossessioni, fantasie e sogni anche i più strani. Fu la loro reazione ai cambiamenti epocali di fine secolo e che liberarono gli artisti da vincoli arcaici rendendo di fatto il simbolismo fuori dagli schemi.
Jugendstil lo stile di congiunzione
Questo stile, costituisce l’anello di congiunzione tra l’arte impressionista ed espressionista; con esse condivideva molti contenuti. Di fatto, le opere caratterizzate da una forte componente espressiva del simbolismo realizzate a cavallo dei due secoli, seminarono il terreno per la pittura espressionista del XX secolo.
Il simbolismo di Edvard Munch
Colori densi, a volte prepotenti distinguevano i lavori inquietanti di Edvard Munch e James Ensor. Un forte linguaggio figurativo espressivo-simbolico distante da qualsiasi oggettività, rimandavano a significati onirici, mistici, psicologici e persino religiosi. L’artista norvegese Edvard Munch virò verso l’espressionismo figurativo di carattere simbolista, riflesso dalle sue esperienze spirituali e culturali. La rappresentazione figurativa di Edvard Munch è profondamente segnata dunque dall’atmosfera di fine secolo; paura, disperazione, angoscia, una sessualità tormentata ed una gelosia morbosa.
I suoi sfoghi nelle sue tele
L’artista Munch, trasponeva sulle sue tele i sentimenti sopracitati. Rappresentati in modo compulsivo, immediato; quasi a liberarsi dai suoi demoni. “L’urlo” o il “Grido” è l’elaborazione pittorica con molta probabilità di un fortissimo attacco di panico, e del conseguente terrore, percepiti durante una passeggiata con un amico. Il famigerato “Urlo” divenne perciò suo malgrado l’icona di un’intera generazione. Nella letteratura del XX secolo, divenne l’emblema dell’impotenza dell’uomo nei confronti di un disagio in una realtà sempre più complicata
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