Gli esordi in una piccola stanza. La musica era la sua compagna.
Agli esordi, Emilio Ciccone amava stare in solitudine, viveva in una piccola stanza, con il suo cavalletto ed i suoi colori. La musica era la sua compagna. I suoi dipinti ritraggono eleganti e sinuose figure femminili dall’incredibile charme.
Un incontro importante.
Un altro incontro importante segnerà il suo incoraggiamento a seguire la strada artistica. Nel 1983 infatti, conosce Umberto Taccola dal quale segue un corso didattico di disegno a mano libera. Egli, viste le sue doti, lo incoraggia a intraprendere il percorso dell’arte visiva. A soli 13 anni Emilio Ciccone partecipa ad un concorso di pittura indetto dal “Lions Club International” con oltre 500 partecipanti, egli con il suo grande talento vincerà il Primo Premio Assoluto.
A bottega, scopre la conferma alla sua vocazione.
Dopo aver esposto al concorso di pittura ed aver vinto il Primo Premio Assoluto, Mario Cavaliere il più noto artista scultore Molisano, gli fa conoscere il suo atelier bottega. “Guardando i suoi lavori ed il suo modus operandi, ho imparato molte cose; è li che ho avuto conferma che l’arte era davvero la mia vocazione” (Da una sua citazione)
Un incontro illuminante.
Sarà un altro incontro importante con un altro grande artista; Ron Di Scenza nel 1993 che contribuirà ad affinare la forma e la già sopraffina tecnica pittorica. “*Gli anni trascorsi con Ron mi hanno permesso di trovare il mio stile che definirei Neofigurativo, in cui, attraverso tratti graffiati, unisco Realismo, Pop e Impressionismo”. (*Da una sua citazione). Di seguito firma un contratto con un nostro partner editoriale la “TOPART” di Milano la quale, promuoverà attraverso il suo network distributivo, i suoi lavori in tutto il mondo. Persino le case di produzione cinematografica si accorgono dei suoi bellissimi lavori, infatti, essi appariranno nella seguitissima serie italiana Sky Original: Gomorra
Verso un mondo lontano il Canada.
Una scelta importante la farà nel 2015, quando decide di lasciare con la sua famiglia l’Italia per stabilirsi in un altro meraviglioso paese; Il Canada. In questo grande paese, incontrerà sin da subito un terreno fertile per la sua creatività e maestria. I suoi dipinti, infatti, sono richiesti dalla “ART Gallery36” di Toronto. Vista questa notevole impennata di popolarità oltreoceano, ha forti aspettative di esporre nella città della grande mela: New York, sognando poi di ritornare in Europa per esporre in quel della city di Londra.
Un destino beffardo e crudele.
Nel momento più sublime legato alle aspettative artistiche di crescita dovute al riconoscimento generale del suo grande talento, la sua ascesa nell’arte, però, subisce un traumatico quanto improvviso arresto: A soli 46 anni all’artista Emilio Ciccone viene diagnosticata la “Neurite Ottica di Leber” una rara inesorabile malattia genetica che colpisce 1 persona ogni 60.000. Questa rara malattia per un destino beffardo e crudele causa la perdita totale della vista, il senso maestro per la suo talento d’artista.
Il ritorno in Italia.
Dopo appena due anni, torna nella sua terra natale, dove oggi vive e lavora. Le sue opere minimaliste rappresentano impressioni e sensazioni autobiografiche.
*Accettare e reagire sono le mie guerre quotidiane. Perdere l’autonomia e dipendere dagli altri è qualcosa che non auguro a nessuno. Le mie sculture sono la fuga dalla mia realtà.Dopo 25 anni di attività nel mondo dell’arte, non capirò mai perché succedono certe cose: la vita ha sempre più fantasia di noi. È così che mi sono ritrovato a fare sculture“. (*da una sua personale citazione)
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