Johannes Vermeer artista olandese, nasce (anche se la data non è certa) il 31 Ottobre 1632. La sua è una famiglia della classe media, il padre Reynier Vermeer, oltre che tessitore di seta si occupa anche di commercio di opere d’arte. Nell’anno 1641 la famiglia di Jan acquista una locanda. Il padre insieme alla madre di Johannes Vermeer gestisce la locanda, affiancando questa attività a quella di tessitore e mercante d’arte. Tocca al giovane Jan Veermer, dopo la morte del padre nel 1652, continuare gli affari delle attività del padre.
Johannes Vermeer; 1653. Il matrimonio.
Per i rigidi canoni religiosi dell’epoca, Vermeer nonostante fosse di famiglia protestante, poco più che ventenne, sposa Catherina Bolnes di fede cattolica. Le differenze non erano solo religiose, ma anche di estrazione sociale, infatti, la famiglia di lei era più abbiente. Pare che Johannes Vermeer si fosse convertito prima di celebrare il matrimonio. Infatti, un indizio potrebbe essere che i figli ebbero nomi di santi cattolici invece che dei suoi genitori. Jan e la sua sposa Catherine ebbero 14 figli.
Maria Thins, una figura importante per la sua arte.
Poco dopo le nozze, Johannes Vermeer con la moglie Catherine, si trasferiscono nel quartiere cattolico della città, dalla madre di lei, Maria Thins, una vedova benestante. Qui la famiglia Vermeer visse per tutta la vita. Maria Thins ebbe dunque un ruolo importante e fondamentale nella vita dell’artista. Usò generosamente la propria rendita per sostenere il genero che cercava di imporsi nel mondo dell’arte. Il rapporto tra essi era ottimo, infatti, la prima nipote venne chiamata con il suo stesso nome; Maria.
Gli inizi, la carriera, il declino.
Vermeer inizia la sua ascesa didattica nel 1647, (dato non certo) presso Carel Fabritius. Sei anni dopo, nel dicembre 1653, Vermeer divenne membro della Gilda di San Luca. Dai registri di questa associazione di artisti pittori, si sa che l’artista non era in grado di pagare la quota di ammissione, il che sembrerebbe indicare che fosse in difficoltà finanziarie. Tuttavia, successivamente la situazione cambiò: Pieter Van Ruijven, uno dei più ricchi cittadini, divenne il suo mecenate e acquistò numerosi suoi dipinti. Nel 1662 Johannes Vermeer viene eletto capo della Gilda e confermato anche negli anni successivi, segno che era considerato un rispettabile cittadino.
Tecnica
Johannes Vermeer era in grado di ottenere une eccezionale trasparenza nei colori applicando sulle tele il colore a punti piccoli e ravvicinati, tecnica nota come pointillé. La sua tecnica punta a una resa più vivida possibile, con effetti, soprattutto di colore e luci, che egli ricerca con un interesse quasi scientifico. Considera il soggetto una sorta di espediente: “le pitture di Vermeer sono vere nature morte con esseri umani”.
L’uso della camera oscura.
David Hockney, basandosi sui numerosi studi sull’utilizzo di strumenti ottici nella pittura fiamminga, sostiene che Vermeer, come molti altri artisti pittori della sua epoca, facesse largo uso della camera oscura. Questo serviva per definire l’esatta fisionomia dei personaggi raffigurati e la precisa posizione degli oggetti nella composizione dei dipinti. L’utilizzo di questo strumento ottico, giustifica in parte la mancanza di disegni preparatori precedenti ai dipinti. La camera oscura di fatto gli permetteva una straordinaria precisione quasi fotografica e fisiognomica. L’uso della camera oscura inoltre spiegherebbe anche alcuni dei sorprendenti effetti di luce nei quadri di Vermeer. Curiosi gli effetti “fuori fuoco” che si riscontrano in taluni dei suoi capolavori, tipici degli scatti fotografici,
Nei suoi dipinti una vividezza straordinaria.
L’estrema vividezza e qualità dei colori nei dipinti di Vermeer, tuttora riscontrabile, è dovuta alla grande cura posta dall’artista nella preparazione dei colori a olio e nell’estrema ricercatezza dei migliori pigmenti rintracciabili all’epoca. Esempio di tale qualità è il largo uso che Vermeer fece del costosissimo blu oltremare, ottenuto dal lapislazzuli, utilizzato in tutti i suoi dipinti non solo in purezza, ma anche per ottenere sfumature di colore intermedie. Non rinunciò a usare questo pigmento dal costo proibitivo anche negli anni in cui versava in pessime condizioni economiche.
Nelle sue opere è dunque presente una eccezionale unità atmosferica. «La vita silenziosa delle cose appare riflessa entro uno specchio terso; dal diffondersi della luce negli interni attraverso finestre socchiuse, dal gioco dei riflessi, dagli effetti di trasparenze, di penombre, di controluce.
Vermeer dipinge soprattutto donne, delle quali riesce e rappresentare l’intimità domestica femminile. Dipinge sempre nel suo studio, quindi la luce arriva sempre da sinistra, la parte del suo studio dove si trovano le finestre. Riesce, nei suoi dipinti, a rappresentare l’umidità dell’aria.
Un maestro nel ritrarre la vita quotidiana.
Vermeer fu maestro nel ritrarre ambienti della vita quotidiana. Nelle sue opere appare una borghesia attenta ai valori del lavoro, della famiglia, alla cura dei figli e impegnata nelle faccende della vita domestica, circondata da oggetti ricercati e di pregio. I personaggi ritratti, soprattutto le donne, sono sorpresi mentre compiono azioni quotidiane, semplicissime, come leggere una lettera, versare il latte in una brocca, bere un bicchiere di vino, all’interno di un ambiente sobrio e rassicurante.
L’oblio.
Purtroppo, nel 1672 una grave crisi finanziaria, causata dall’invasione francese della Repubblica delle Sette Province Unite, provocò un crollo delle richieste di beni voluttuari di lusso. Tra di essi i dipinti, di conseguenza, gli affari di Johannes Vermeer come artista e mercante ne risentirono, costringendolo a chiedere dei prestiti. Alla sua morte nel dicembre del 1675, a soli 43 anni, Vermeer lasciò alla moglie e ai figli, numerosi debiti. La moglie Catherina chiese al Consiglio cittadino di accettare la casa e i dipinti del marito come pagamento dei debiti. Solo diciannove opere rimasero a Catherina e Maria Thins.
I falsi Vermeer.
Nota e controversa è la proliferazione sui mercati d’arte di inizio ‘900 di falsi dipinti di Vermeer. Questa proliferazione è dovuta a uno dei più noti falsari del secolo scorso. Han van Meegeren questo abilissimo falsario, utilizzando le stesse tecniche pittoriche dell’artista, creò numerosi dipinti con composizioni del tutto originali riuscendo a spacciarli come opere autentiche di Vermeer. Molti famosi collezionisti e alcuni dei più importanti musei d’Europa acquisirono questi dipinti nelle proprie collezioni.
La rivalutazione postuma di Johannes Vermeer.
Questo oblio fu certamente facilitato dalla mancanza di fonti documentali e di studi approfonditi dell’opera e della figura dell’artista olandese. Infatti, la moderna fortuna critica di Vermeer ha inizio solo con l’attenzione riservatagli quasi a fine Ottocento dello studioso francese Théophile Thoré-Bürger. Da questo punto in poi, la sua figura sarà oggetto di costanti e crescenti attenzioni critiche e di pubblico, fino ad acquisire l’attuale fama internazionale.