Le Ninfee di Claude Monet

Claude Monet - Le Ninfee

Claude Monet, i fiori le Ninfee. A fine 800 si trasferisce presso Giverny, vicino Parigi. In questo grazioso villaggio l’artista ha la possibilità di realizzare il sogno di un piccolo ma ricco giardino acquatico. In esso, merocalle, Iris Bircia, Agapanti, Iris di Virginia, Bulbi, piante di Salice adornano lo stagno. Questo bacino fluviale naturale è anche colmo di fiori di Ninfee, splendide piante ornamentali che Monet amava. Gli argini del bacino ancora oggi sono collegati da un piccolo ponte in stile giapponese, ritratto dall’artista nei suoi celebri quadri.

Piante e fiori meravigliosi

Claude Monet adorava i fiori, creò presto un eden floreale; Rose, Iris, Tulipani, Campanule, Gladioli, Glicini e piante di Salici Piangenti, sono solo alcune delle molte specie vegetali che tutt’ora fanno da contorno allo splendido stagno insieme alle Ninfee e giochi d’acqua floreali. In questo angolo incantato, Claude Monet trascorse serenamente il resto della sua vita  dipingendo ciò che adorava di più: Le Ninfee.

Le Ninfee. Il motivo conduttore sino alla sua morte.

Monet dipinse incessantemente questi splendidi fiori ornamentali, sino al 1926 anno della sua scomparsa. Gli piacevano in modo incredibile i molteplici effetti cangianti di luce e colori che questi fiori offrivano. Li amava talmente tanto che divennero uno dei suoi tormenti creativi, quasi un’ossessione, alla ricerca dell’appagante soddisfazione nei suoi dipinti di questo tema a lui caro.

Un grande successo

I dipinti delle Ninfee riscossero sin da subito un enorme successo di pubblico e critica. Quando la prima collezione di dipinti venne presentata nella Primavera del lontano 1909 alla mostra dal titolo “Ninfee – Paesaggi d’Acqua” tenutasi presso la Galleria Durand-Ruel, Claude Monet ricevette un’incredibile quantità di critiche e recensioni positive, tra le quali quello dello scrittore Romain Rolland che gli scriveva «Quando sono disgustato per la mediocrità della letteratura e della musica attuali, non ho che da voltarmi verso le vostre Ninfee per riconciliarmi con la mia epoca » ed ancora, da Lucien Descaves: «Esco dalla vostra mostra abbagliato e meravigliato». Tesse delle lodi all’artista, persino Marcel Proust.

 

Le Ninfee – Hotel de Brion Paris

Questo progetto pittorico floreale destò preoccupazione sia in Monet sia in chi credeva che potesse essere smembrato e disperso in modo irreparabile in collezioni private o musei. Da qui l’iniziativa di Monet dal 1920 in avanti, di creare dodici grandi tele raffiguranti le Ninfee, lunghe quattro metri cadauna da esporre in modo permanente in un locale ex novo da ereggere all’Hotel de Brion nella città di Parigi.

Le Ninfee – Orangerie des Tuileries

Anche se Monet inizialmente non è d’accordo, le opere sono collocate definitivamente presso le due stanze ovali a piano terra dell’Orangerie des Tuileries, l’affascinante scenografia del giardino sulla quale si affaccia il Louvre. Gli enormi, monumentali dipinti su tela, accostati uno accanto agli altri, riempiono interamente le pareti espositive formando un unico dipinto circolare in grado di rapire e catturare lo sguardo dell’osservatore, ammaliandolo in un estasi di tripudio floreale globale.

Le grandi e monumentali tele appese una accanto all’altra, riempiono interamente le pareti visibili dello spazio espositivo. Esse formano un unico immenso dipinto circolare che cattura ed ammalia l’osservatore, in un tripudio floreale incredibile.

L’artista Amédée Ozenfant si espresse così nelle sue Memorie in merito alle Ninfee: «Monet ha dedicato i suoi ultimi anni alla lirica serie delle Ninfee. Quando lo vidi rimasi meravigliato nel sorprendere me steso nell’atto di togliermi il cappello di fronte all’uomo che le aveva dipinte. Se la tela provoca reazioni così istintive, non c’è verso che la si possa negare: il lavoro di Monet è nobile e potente»

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